San Giovanni a Teduccio comunità energetica

Sono 4 milioni le famiglie in povertà energetica a fine 2022, erano 2,2 prima della pandemia. Neanche il governo Meloni ha rotto con il passato fossile. Eppure la soluzione rinnovabili è a portata di mano

Nulla o quasi è cambiato! A fine 2021 ci siamo lasciati con una grande emergenza energetica che aveva iniziato a mettere in crisi famiglie e imprese sopravvissute alla pandemia. E pochi mesi dopo ci siamo ritrovati in una situazione ben peggiore. Crisi climatica, crisi energetica peggiorata con l’invasione della Russia in Ucraina e crisi sociale dovuta alle conseguenze della pandemia. Le famiglie in povertà energetica passano da 2,2 milioni pre-pandemia, a 4 milioni a fine 2022. Le imprese a rischio, secondo Confartigianato, sono 881.264 solo tra micro e piccole, per oltre 3,5 milioni di addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano.

Un anno che si chiude con nessuna previsione di riduzione dei costi energetici che si affiancano alle reazioni negative di Mosca al price cap sul gas fossile e le minacce del Qatar di chiudere i rubinetti del gas a seguito del Qatargate. Situazioni che mettono in evidenza come le politiche di differenziazione “dello spacciatore” non sono minimamente risolutive in termini di indipendenza e sicurezza energetica.

Neanche il nuovo governo Meloni ha rappresentato una linea di rottura rispetto al 2021, infatti non ha chiuso con rigassificatori, nucleare e misure emergenziali. Anche il 2022, con il nuovo governo, si chiude all’insegna della continuità con l’aggiunta delle nuove trivellazioni. Una ricetta di cui c’è poco da stare tranquilli! Un’abbuffata di fossili che non risolveranno i problemi di sicurezza e indipendenza energetica del nostro Paese, né tanto meno aiuteranno a ridurre il caro bollette.

Neanche il nuovo governo Meloni ha rappresentato una linea di rottura rispetto al 2021, infatti non ha chiuso con rigassificatori, nucleare e misure emergenziali

Eppure, la soluzione vincente per tutti sarebbe a portata di mano: lo sviluppo delle fonti rinnovabili semplificando e dando regole certe e trasparenti insieme a una politica seria sull’efficienza energetica, che dovrebbe rivedere la rimodulazione di tutti gli incentivi premiando gli interventi in base al reddito e alla classe energetica. Tutto ciò porterebbe posti di lavoro, innovazione, sviluppo, riduzione delle bollette per imprese e famiglie. Un contributo fondamentale e vincente contro l’emergenza climatica. Per non parlare del ruolo che potrebbero avere le comunità energetiche rinnovabili in termini sociali e solidali, per dare riscatto e nuove opportunità a condomini, quartieri, ma anche piccoli comuni, parchi, scuole e università.  Una ricetta nell’interesse dell’intero Paese, che chiunque troverebbe efficace e praticabile.

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