Il documento è a firma di Wwf, Legambiente, Greenpeace, Transport&Environment e Kyoto
Club. Servono progetti significativi, riforme, monitoraggio e investimenti in innovazione
Il nuovo governo ha annunciato la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): Wwf, Legambiente, Greenpeace, T&E, Kyoto Club hanno presentato oggi un documento congiunto chechiarisce cosa si aspettano di vedere e di non vedere
incluso nella revisione del PNRR per la lotta al cambiamento climatico e alla
decarbonizzazione.
I principi base sono cinque: “nemmeno un euro ai combustibili fossili; non basta che siano verdi, i progetti devono essere significativi; non bastano progetti servono riforme; implementare e monitorare; spendere per innovare”. Principi in base ai quali le organizzazioni ambientaliste valuteranno la coerenza e l’efficacia del PNRR.
PNRR: i soldi dove vanno
Le associazioni chiedono che almeno il 50% delle risorse del fondo Next Generation EU sia indirizzato a progetti legati alla decarbonizzazione. Si tratta di circa 100 miliardi di euro, da destinare all’80% alle quattro dimensioni chiave della decarbonizzazione: “la promozione delle fonti rinnovabili e la loro integrazione nei sistemi energetici con particolare attenzione a infrastrutture di rete ed accumuli, la promozione dell’efficienza energetica, la trasformazione del sistema dei trasporti e la sua elettrificazione, la conversione dei processi industriali”. Chiedono inoltre “che i capitoli di spesa siano accompagnati da un programma di riforme aggiuntive a quelle richieste dal semestre europeo, in coerenza ed a supporto di strategie settoriali di lungo periodo per ciascuna delle dimensioni significative (rinnovabili, trasporti, efficienza, industria)”.
PNRR e diseguaglianze
Infine le 5 associazioni vogliono “che nel piano emerga lo sforzo di favorire l’accesso alla decarbonizzazione e alla transizione energetica per le fasce più deboli della popolazione, nell’efficienza energetica, nel trasporto pubblico, nell’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici”.
Il documento elenca anche i possibili progetti e riforme: come ad esempio arrivare a 6.000 MW di rinnovabili elettriche l’anno o la focalizzazione dei progetti sulla mobilità urbana e regionale per circa 30 miliardi di euro.
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