Nelle ultime settimane il nuovo dicastero ha firmato sette decreti di Valutazione di impatto ambientale che riguardano rinnovi di concessioni, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, sia su piattaforma che onshore. La reazione di Legambiente, Greenpeace e Wwf: “Atti concreti dal Governo per una emancipazione definitiva dalle fonti fossili”

Nelle ultime settimane il ministero della Transizione ecologica ha firmato sette decreti di Valutazione di impatto ambientale (Via) che riguardano rinnovi di concessioni, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, sia su piattaforma che onshore. Come spiega ilfattoquotidiano.it, si tratta, nello specifico, del rinnovo delle concessioni minerarie ‘Barigazzo’ e ‘Vetta’, in Emilia Romagna, per la coltivazione di idrocarburi gassosi, dei progetti di messa in produzione del pozzo a gas naturale ‘Podere Maiar 1dir’ (nell’ambito della concessione di coltivazione ‘Selva Malvezzi’, sempre in Emilia Romagna) e del giacimento per la coltivazione di idrocarburi ‘Teodorico’, fra l’Emilia Romagna e il Veneto. A questi si aggiungo i progetti di perforazione di tre pozzi, nell’ambito di concessioni di coltivazione di petrolio e gas già esistenti: il pozzo ‘Calipso 5 Dir’ nelle Marche, il pozzo ‘Donata 4 Dir’, fra Marche e Abruzzo e il pozzo esplorativo Lince, in Sicilia.

In merito a queste decisioni arriva una ferma presa di posizione in senso contrario da parte di Legambiente, Greenpeace Italia e Wwf. “In merito all’esito positivo delle Valutazioni di impatto ambientale (Via) approvate dal MiTE nelle scorse settimane e che riguardano alcuni rinnovi di concessioni di coltivazione per l’estrazione di idrocarburi, alcuni progetti di messa in produzione di pozzi già realizzati e la perforazione di nuovi pozzi in aree di coltivazione già autorizzate, Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf sottolineano come il problema sia a monte, come più volte evidenziato dalle associazioni ambientaliste nel passato, e non a valle di procedimenti tecnici come la Via”, si legge in una not congiunta.

“Manca infatti in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della UE) che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che preveda, di conseguenza, un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi”, prosegue la nota.

Manca in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che preveda, di conseguenza, un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi
– Legambiente, Greenpeace Italia, Wwf

“Queste nuove autorizzazioni non vanno proprio bene seppur riferite a procedimenti in corso da anni” – dichiarano le associazioni – Ora più che mai ci attendiamo misure e atti concreti dal Governo per una emancipazione definitiva dalle fonti fossili del nostro Paese dotandoci da subito di una exit strategy dalle trivellazioni, investimenti per una svolta davvero verde – grazie anche alle risorse del Next Generation EU – e non lo svincolo di permessi per le fossili. Per rispettare gli obiettivi dell’European Green Deal Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf chiedono alle forze politiche di governo una scelta di campo chiara, netta e coerente con l’obiettivo europeo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050″.

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Redazione